Brigata Sassari, la leggenda dei “Dimonios”

Brigata Sassari, la leggenda dei “Dimonios” nacque da una rissa furiosa

La Brigata Sassari (Tattaresa) è stata costituita il 1º marzo 1915 da due reggimenti, il 151º fanteria a Sinnai (Cagliari) e il 152º fanteria stanziato a Tempio Pausania: la particolarità di questi reparti è che sono composti quasi interamente da sardi, e quindi sono uniti da un forte senso di gruppo.

Un piccolo gruppo di artiglieri sardi a Genova si ribellò a violenze e angherie. Un generale incredulo: «Una brigata di questa gente può vincere qualsiasi guerra»

La leggendaria Brigata “Sassari”
Nella Prima Guerra Mondiale

di Nino Monti e Carmelo Murgia

La Prima Guerra Mondiale costò alla Sardegna un tributo di sangue superiore a qualsiasi altra regione italiana.
In quegli anni l’isola contava poco più di 800.000 abitanti, circa 100.000 uomini (quasi tutta la popolazione maschile adulta) partirono per la guerra e 13.602 (fonte Comando Brigata Sassari) perirono in battaglia.
Molti di questi erano “Sassarini”, provenienti da tutte le parti dell’isola.

Questa tragedia si accompagnò comunque ad un fenomeno sociologicamente importantissimo: quello di accomunare su uno stesso vessillo pastori del nuorese, minatori del Sulcis, contadini del Logudoro e gli agricoltori del Campidano. Un pezzo di Sardegna che trasferì al Fronte valori, orgoglio e coraggio che fecero entrare la Brigata nella leggenda.

Altra peculiarità della “Sassari” fu la straordinaria solidarietà che legava i soldati ai loro ufficiali, in maggioranza sardi, figure carismatiche in grado di farsi ubbidire ciecamente dagli uomini che comandavano perchè capaci di proporsi sempre come esempio.
Fra tutti il Capitano Emilio Lussu da Armungia (CA), il Maggiore Giuseppe Musinu da Thiesi (SS), il Tenente Alfredo Graziani da Tempio Pausania (SS).

Secondo testimonianze raccolte da Piero Mannironi, giornalista de La Nuova Sardegna, è possibile che l’idea di costituire una unità composta da soli sardi sia nata, nell’ambito dello Stato maggiore, a seguito di una furibonda rissa scoppiata a Genova nel 1914 tra uno sparuto numero di artiglieri sardi e i molto più numerosi commilitoni “continentali” dai quali erano sistematicamente vessati e umiliati.
Lo scontro furibondo, si racconta, finito a favore dei sardi, impressionò le alte gerarchie militari per la tempra e il coraggio dimostrato dal piccolo gruppo degli artiglieri e forse fu la scintilla che portò alla decisione di costituire, unica in Italia, una unità formata esclusivamente da soldati provenienti dalla stessa Regione.

Stemma della Brigata Sassari

La Brigata Sassari si costituisce ufficialmente in Sardegna il 1° marzo 1915, su due reggimenti di Milizia Mobile:

  • il 151° a Sinnai (CA) con Quadri tratti dal 46° Reggimento “Reggio” di stanza a Cagliari
  • il 152° a Tempio Pausania con Quadri tratti dal 45° Reggimento “Reggio” di stanza a Sassari.

Ciascun reggimento è composto da tre battaglioni, ognuno dei quali su 4 compagnie da 250 uomini e una sezione mitragliatrici. In totale 6.000 uomini.

La Brigata Sassari, così chiamata in omaggio alla seconda città dell’isola (esisteva già una Brigata Cagliari, reclutata su base nazionale), eredita le tradizioni del Reggimento di Sardegna, a sua volta erede del leggendario Tercio de Cerdena distintosi a Lepanto sotto le insegne di Don Juan d’Austria e nella guerra delle Fiandre agli ordini del duca d’Alba.

Il 20 giugno 2015 la Brigata parte per il fronte dell’Isonzo.

Il 22 luglio a S. Maria La Longa, nei pressi di Palmanova, avviene la consegna delle Bandiere di Guerra ai Reggimenti.

Scudetto della Brigata mecanizzata “Sassari

Com’è noto memorabili rimangono le loro gesta nel corso della guerra: una per tutte la “battaglia dei tre Monti”, prestigiosa vittoria della Brigata che suscitò ancora una volta l’ammirazione del Paese, degli Alleati e degli stessi nemici che, fin dai primi mesi di guerra, indicavano i “sassarini” con l’epiteto “Rote Teufel”- Diavoli Rossi – per il colore delle mostrine e per la violenza dei loro assalti.

Ma anche nei momenti più tragici della disfatta di Caporetto la “Sassari” ebbe modo di dimostrare tutto il suo valore. Il battaglione al comando del Capitano Giuseppe Musinu di Thiesi, ultima unità ad attraversare il Piave, retroguardia della retroguardia, sullo stradone che adduce al ponte riordina il proprio Battaglione in fila per quattro e, in perfetto ordine, sfila il Ponte della Priula tra l’ammirazione dei presenti abituati da giorni a vedere reparti disordinati e spesso disarmati.

La guerra si concluse il 4 novembre 1918 a seguito della vittoriosa battaglia di Vittorio Veneto.

La “Sassari” guadò il Piave il 27 ottobre distinguendosi come sempre anche nelle ultime fasi del conflitto e meritandosi l’onore di risultare l’unità combattente più decorata del Regio Esercito nella Prima Guerra Mondiale.

L’Albo d’Onore della Prima Guerra Mondiale (le Decorazioni collettive)

– 1 Ordine Militare di Savoia
– 2 Medaglie d’Oro al Valor Militare alle bandiere di ciascun Reggimento
– 4 Citazioni sul Bollettino del Comando Supremo

l’Albo d’Onore della Prima Guerra Mondiale (le Decorazioni individuali)

– 6 Ordini Militari di Savoia
– 9 Medaglie d’oro al Valor Militare
– 405 Medaglie d’Argento al Valor Militare
– 551 Medaglie di Bronzo al Valor Militare

(Dal web fonte: https://www.storiedialghero.it/la-leggendaria-brigata…/)

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